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Rocce sedimentarie
Le rocce sedimentarie si possono suddividere in rocce di origine clastica, chimica e organica. Le rocce di origine clastica
si formano per accumulo di minerali o di frammenti di rocce (detriti)
prodotti dalla disgregazione di rocce pre-esistenti. I detriti possono
essere trasportati, grazie all’azione dell’acqua e/o del vento, anche
lontano dalla loro zona di origine e, successivamente depositati. Le
rocce sedimentarie clastiche prendono nomi diversi in base alla
dimensione dei granuli che le compongono. Se la dimensione dei clasti è
compresa tra i 2 e 256 mm (ghiaia) la roccia si chiama conglomerato (con particelle arrotondate) o breccia (se i clasti hanno spigoli vivi). Se i granuli hanno dimensioni comprese tra 0.062 e 2 mm (sabbia) la roccia si chiama arenaria. Quando i granuli hanno dimensioni comprese tra 0.062 – 0.002 di mm (silt o limo) la roccia si chiama siltite. Con granuli di dimensioni inferiori a 0.002 di mm (argilla), si formano rocce chiamate argilliti.
Le rocce sedimentarie di origine chimica
derivano dalla precipitazione chimica di sostanze disciolte in acqua.
Al variare delle condizioni fisiche della soluzione, come un aumento di
temperatura o l'evaporazione di un bacino, i minerali precipitano. Sono
comprese in questo gruppo le evaporiti (gessi, salgemma), i carbonati
(come taluni calcari e dolomie) e le rocce silicee (selci e diaspri).
Gusci, scheletri e, più in generale, resti di parti inorganiche di
organismi viventi, formano i componenti essenziali delle rocce di
origine organica.
I processi genetici di queste rocce possono essere ricondotti ad una
biocostruzione (costruzione ‘attiva’), da parte degli organismi, oppure
possono derivare da un bioaccumulo, ossia dalla deposizione sul fondo
marino di gusci dopo la morte degli organismi. Successivamente alla
loro deposizione o accumulo i sedimenti subiscono delle trasformazioni
detta litificazione. La litificazione comporta in genere la cementazione dei clasti.
La caratteristica più appariscente di tutte le rocce sedimentarie, ad
eccezione di quelle derivate da biocostruzione, sono gli strati.
Questi, delimitati generalmente da due superfici pressoché piane e
parallele, si formano durante la sedimentazione e spesso diventano più
evidenti dopo la diagenesi. Le rocce sedimentarie si classificano
in base a numerosi criteri spesso utilizzati in maniera integrata.
Tuttavia i caratteri fondamentali sono: la composizione mineralogica e la tessitura.
La composizione mineralogica
si riferisce alla natura mineralogica dei clasti e del materiale più
fine che costituiscono la roccia sedimentaria. In generale i componenti
di un sedimento si possono suddividere in: frammenti di roccia o di
minerali, minerali formatisi per precipitazione chimica, resti di
origine organica.
In generale la tessitura
di un sedimento viene definita dai seguenti parametri: granulometria (o
diametro medio dei clasti) e forma (grado di arrotondamento). La granulometria
è la stima delle dimensioni medie dei clasti costituenti un sedimento o
una roccia sedimentaria e dipende dalle modalità e dalla distanza e
durata del trasporto che un sedimento ha subito prima della diagenesi.
La forma dei clasti comprende il grado di arrotondamento che generalmente aumenta con l’energia e la durata del trasporto. |
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