Museo di Mineralogia

Come è fatta la terra

Se fosse possibile sezionare la Terra con un taglio passante per il suo centro, potremmo osservare come la variazione di composizione, di temperatura e pressione con la profondità le impartiscano una sorta di stratificazione concentrica, in genere sfumata ma non priva di brusche discontinuità. Si trova conveniente distinguere due strati concentrici principali che avvolgono un nucleo approssimativamente sferico avente un raggio di 3470 chilometri. Allo strato più esterno si dà il nome di crosta terrestre, a quello intermedio, interposto tra la crosta e il nucleo, il nome di mantello. Parallelamente alla superficie della Terra la crosta terrestre non è omogenea. Conviene distinguere la crosta continentale, che si estende per circa un terzo della superficie terrestre, e la crosta oceanica, che si estende per i rimanenti due terzi. La crosta continentale si distingue da quella oceanica, oltre che per la composizione, per l’importanza e variabilità del suo spessore. Quest’ultimo varia dai 30 ai 70 chilometri, con i suoi valori più alti in corrispondenza delle grandi catene montuose. Al contrario lo spessore della crosta oceanica, meno variabile, si aggira intorno agli 8-10 chilometri. Il limite inferiore della crosta terrestre è ben definibile perché segnato da una marcata diversità delle proprietà fisiche dei suoi costituenti rispetto a quelle del sottostante mantello. Questa diversità dà luogo ad una brusca discontinuità di comportamento delle onde sismiche in profondità. A tale superficie di discontinuità, che si sviluppa a profondità variabile, è stato dato il nome del suo scopritore Mohorovici’c. Spesso, anziché usare l’espressione “discontinuità di Mohorovici’c”, la si chiama, con un tocco di familiarità,“la Moho”.
Compresa tra la Moho e una discontinuità molto più profonda (la cosiddetta discontinuità di Gutemberg), si sviluppa il mantello.

Struttura della Terra
Il mantello si può considerare solido anche se nei tempi lunghi la materia che lo costituisce si comporta come un fluido estremamente viscoso nel quale si sviluppano moti convettivi che cooperano al trasporto di calore verso l’alto, ossia verso la superficie terrestre. Il comportamento meccanico della parte più esterna del nucleo è invece più propriamente assimilabile a quella di un liquido, ma al di sotto di una ulteriore discontinuità, chiamata di Lehmann, il suo comportamento torna ad essere quello di un solido. La densità del nucleo ha fatto supporre che esso sia costituito per l’80-85% da ferro e per il resto da silicio.