Museo di Mineralogia
La storia

Il museo di mineralogia dell'Università di Pavia trova le sue origini nella sezione dedicata al regno minerale del Museo di Storia Naturale fondato da Lazzaro Spallanzani nel XVIII secolo. Insieme a Spallanzani, nei primi 30 anni dalla sua fondazione, operarono all’ordinamento mineralogico Paolo Sangiorgio, Antonio Scopoli, Ermenegildo Pini e Giovanni Battista Martinenghi, che nel 1801 diede alle stampe il primo catalogo di minerali ordinati col sistema di Werner.
SpallanzaniIl successore di Spallanzani, Giuseppe Mangili, integrò il materiale mineralogico con alcune centinaia di campioni provenienti dalla Francia, dal vicentino, dal padovano e dal bergamasco, dotò il museo di circa 500 modelli di legno sulla morfologia e sistemò le agate e le altre pietre lavorate, fino ad allora mai esposte. In questo periodo pervennero, inoltre, minerali donati dall'Imperatore d'Austria e provenienti dalla Germania, dalla Boemia e dalla Siberia. Nel 1802 il Duca Melzi d'Eril donò svariati minerali della Siberia.

TaramelliNel 1875 venne chiamato come professore di mineralogia e geologia Torquato Taramelli cui si affiancò come assistente Achille Sartorio. Quest’ultimo ebbe l’incarico di effettuare una revisione di tutto il materiale contenuto nel museo avendo cura di scegliere, per le collezioni da riorganizzare, solo il materiale che per particolare pregio estetico o per località di provenienza fosse degno di rimanere in un museo asceso a grande fama in tutta Europa.

TaramelliDal 1883 il museo mineralogico, la cui direzione rimase a Taramelli, venne separato da quello di geologia. Questa separazione era in relazione con quanto stava succedendo negli altri musei italiani ed europei in generale; infatti, gli studiosi di mineralogia che potevano considerarsi fino alla prima metà dell'800 dei naturalisti in senso lato, nella seconda metà di questo secolo si diversificarono fra le varie discipline di argomenti naturalistici. Dall’insegnamento di Storia Naturale si originò quello di Mineralogia e Geologia, che verrà poi ulteriormente diviso nelle due diverse discipline.
Dal 1934 il museo fu parzialmente sistemato nei locali dell’Istituto di Mineralogia costruito in quegli anni. Le collezioni vennero strutturate in modo da comprendere una sezione

mineralogico-cristallografica ed una sezione petrografico-mineraria. In questo periodo si verificò un arresto dello sviluppo del museo, che si protrasse per tutta la durata della seconda guerra mondiale (periodo in cui il museo fu ammassato in una stanza della cantina cui venne murata la porta di ingresso per evitare la requisizione e il trasferimento in Germania) e per diversi anni dopo la sua fine. Negli anni Sessanta-Settanta, il forte incremento della popolazione studentesca per la Facoltà di Scienze indusse la necessità di reperire nuovi spazi per laboratori e studi. Il museo venne quindi trasferito dagli ampi locali in cui finalmente aveva trovato posto da decenni, in una zona più ristretta ma ancora sufficientemente decorosa, dove rimase fino al 1993.

Tra i ricercatori dell’Ateneo pavese che contribuirono allo sviluppo del museo mineralogico in tempi più recenti, è d'obbligo ricordare la figura del Prof. Giuseppe Giuseppetti che realizzò, negli anni settanta, la prima schedatura dei minerali. In pochi anni furono schedati circa 2000 minerali (impegnando il tempo libero dalla ricerca e dall'attività didattica), riportando per ognuno tutti i dati che era possibile reperire attingendo notizie da un catalogo risalente al 1879 e riferibile a Sartorio.

La catalogazione mediante schedatura intrapresa da Giuseppetti si è rivelata in diverse occasioni molto utile e addirittura insostituibile in quanto ha permesso di riunire tutti i dati precedenti di etichettatura e di catalogazione, e di aggiungere un nuovo numero d'ordine progressivo secondo la classificazione sistematica moderna.

Nel 1993, a seguito del trasferimento del Dipartimento di Scienze della Terra presso il nuovo polo scientifico dell’area Cravino, il museo è stato spostato nella nuova sede di via Ferrata. Dal 2005 il museo di mineralogia fa parte del Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Pavia; è diretto dal Prof. Athos Maria Callegari che cura la conservazione e l’aggiornamento delle collezioni ed organizza e gestisce tutte le attività di divulgazione scientifica svolte presso il museo.